Caffè al gingsen

Bevande al Ginseng

Avete mai fatto caso a cosa contengono le bustine di caffè al Ginseng che trovate al supermercato?
Si tratta di prodotti alimentari industriali molto lavorati e tra i più ricchi di additivi chimici che si possono trovare in commercio.

In questo articolo esaminiamo due prodotti tra quelli presenti sugli scaffali nella corsia dei caffè e delle bevande nervine.

Caffè al gingsen

Caffè solubile al ginseng

Il primo prodotto che vorrei prendere in considerazione è un caffè solubile al ginseng (in barattolo), che presenta una ingannevole dicitura per il consumatore, in bella vista, proprio sul fronte della confezione: da zuccherare. Questa dicitura potrebbe indurre il consumatore a fare il seguente ragionamento: “se questa bevanda è da zuccherare probabilmente sarà senza zucchero”. Leggendo invece sul retro del barattolo si nota che tra gli ingredienti principali vi è lo sciroppo di glucosio ovvero uno zucchero tradizionale utilizzato dall’industria alimentare.

Inoltre dando un’occhiata anche alla tabella nutrizionale del prodotto, si vede che sono presenti ben 63g di carboidrati ogni 100g di prodotto, una quota non proprio naturale per una polvere di ginseng o di caffè. Da segnalare poi che sono presenti fra gli ingredienti anche un 16% di caffè solubile, del latte in polvere, del grasso di cocco, degli aromi e soltanto un 0,8% di estratto di ginseng.

Le Kcal sono oltre 400 su 10og di polvere solubile. In fin dei conti, questa bevanda risulta essere alquanto zuccherina anche se ancora “da zuccherare”!

Volendo comparare il profilo nutrizionale di questa bevanda con quello di un caffè solubile standard, si nota che i carboidrati ammontano a 63g contro i 40g del caffè, i grassi sono 7g contro 0,5g e infine le calorie sono esattamente il doppio, 400 anzichè 200 (per maggiori dettagli si rimanda qui).

Caffè al gingsen

Preparato in polvere per bevanda al ginseng

Il secondo prodotto che vorrei prendere in esame è nel formato in busta ed è un preparato in polvere per bevanda al gusto di caffè al ginseng.
Questo prodotto presenta una preparazione ancora più industriale di quella precedente, con ancora più ingredienti, ovvero:

  • Zucchero
  • Sciroppo di glucosio solido
  • Olio di palma
    I grassi di palma e di cocco sono già di per sè dei grassi da limitare o evitare, in quanto molto ricchi in grassi saturi. In questo caso sono stati addirittura idrogenati, per cui sarebbero da evitare completamente. I grassi idrogenati sono olii modificati chimicamente e sono contenuti come ingredienti in diversi prodotti dell’industria alimentare. Li potete individuare leggendo le etichette perché esiste l’obbligo da parte del produttore di dichiarare sempre l’idrogenazione nell’etichetta, anche parziale. I grassi idrogenati contengono acidi grassi in forma trans dallo spiccato effetto ipercolesterolemizzante: nello specifico aumentano il colesterolo LDL, riducono quello HDL. Gli acidi grassi trans si possono formare anche tramite cottura dei grassi ad alte temperature, come per esempio nella frittura, quindi facciamo attenzione anche a questo aspetto.
  • Caseina
    Si tratta di una proteina del latte abbastanza controversa e dibattuta nella ricerca scientifica più recente.
  • Mono e digliceridi degli acidi grassi [E471 – E472]
    Sono additivi da evitare, diverse ricerche sugli animali hanno dimostrato che gli elementi della famiglia dei digliceridi possono: ostacolare una crescita normale dei tessuti, causare cattiva assimilazione degli acidi grassi essenziali, aumentare il volume del fegato e dei reni, ridurre la dimensione dei testicoli e intaccare l’utero. Inoltre, questo additivo può essere di origine animale o provenire da piante oleaginose transgeniche. Il Prof. Franco Berrino spiega spesso i danni dei mono e digliceridi nelle sue conferenze sulla alimentazione. Questi additivi devono essere anche evitati da chi è vegano e da chi segue una alimentazione consona ai dettami dei protocolli di alimentazione ebraica Kosher e dei protocolli Halal, a meno che il produttore non specifichi che tali derivati sono ottenuti da composti vegetali (questo perchè spesso li si produce a partire da scarti animali di maiale o grassi del pellame).
  • Diossido di silicio [E551]
    Innocuo. Secondo gli studiosi non è altro che polvere di roccia che l’organismo assimila solo in una certa quantità e che per il resto elimina con urina e feci. Il ruolo di questa sostanza come additivo alimentare è ancora abbastanza controverso nella letteratura scientifica. La dottoressa Gianna Ferretti, biochimica e docente presso l’istituto di Biochimica della Facoltà di Medicina e Chirurgia e della Scuola di Specializzazione in Scienze dell’Alimentazione dell’Università Politecnica delle Marche, nel suo blog tratta i pro e contro di questo additivo, facendo riferimento alla letteratura scientifica internazionale al riguardo (per approfondire clicca qui).
    Ad ogni modo, il silicio organico è invece un ottimo nutriente per il nostro corpo soprattutto per l’integrità della pelle, delle cartilagini e delle ossa.
  • Ortofosfato di potassio [E340]
    Si tratta di un additivo usato anche nella preparazione degli aromi. Secondo alcune ricerche può provocare squilibri nell’equilibrio calcio/fosforo dell’organismo, iperattività e disturbi digestivi, allo stesso modo dei tanto discussi polifosfati.
  • Polisfosfato di sodio o di potassio [E452]
    È un additivo da evitare! È classificato in rosso in tutti gli studi sugli additivi alimentari. Impedisce l’assorbimento di calcio e fosforo nell’organismo, provoca iperattività e disturbi digestivi.
  • Citrato di potassio [E332]
    Conservante e acidificante di origine vegetale, derivato da batteri o ottenuto da ingegneria genetica. Nonostante tutto ciò, diverse ricerche lo considerano innocuo, mentre alcuni studiosi lo sconsigliano alle persone con problemi renali.
  • Colorante [E160a]
    Colorante naturale carotene, unico additivo accettabile di questo prodotto, anche se non si capisce a cosa serva un colorante arancione in una simile bevanda!
  • Caffè istantaneo in polvere
    In percentuale pari al 12% è del “semplice” caffè istantaneo.
  • Aroma di caffè
    Utilizzato per migliorare il gusto e il sapore della bevanda.
  • Estratto di ginseng
    In percentuale pari a circa l’1% quindi tirando le somme il 99% e oltre di questo preparato contiene tutt’altro che ginseng!

Una miscela davvero corposa ed.. esplosiva, quanto di più industriale si possa concepire riguardo a zucchero, grassi, aromi e additivi vari.

In conclusione, questi due prodotti sono solo alcuni dei tanti preparati solubili al ginseng che si trovano nei supermercati, ma molto probabilmente i preparati solubili usati per le macchinette al bar non sono da meno.

Adesso capite cosa si rischia tutti i giorni chi al bar si ordina un “innocuo” caffè al ginseng?
Guardate sempre bene le etichette se utilizzate questi prodotti, anche al bar fatevi dare il cartellino degli ingredienti dal barista, è tenuto a mostrarveli per legge se richiesto. Ad ogni modo se volete stare più tranquillo meglio un bel caffè espresso!

 

Gianpaolo Usai

Articolo di Gianpaolo Usai per la rubrica Mangiare Informati.

Condividi questo articolo

A proposito dell'autore : Gianpaolo Usai


Invia un Commento

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato.